Una mamma disperata: "Pago seicento euro al mese per far assistere mio figlio"
sanitànuoro.
di Valeria Gianoglio
.NUORO. Dopo cinque mesi di terapia all'ospedale Zonchello, finalmente, il piccolo Andrea (il nome è di fantasia) era riuscito a fissare per la prima volta nel viso i suoi genitori, a pronunciare le parole "mamma" e "papà", a usare gli articoli prima dei sostantivi, e ad anteporre il verbo "voglio" quando doveva fare una richiesta precisa.
Da qualche settimana, il piccolo Andrea, due anni e mezzo, un volto tenero, e una malattia che si chiama autismo con la quale convivere, queste battaglie le deve combattere da solo perché l'Asl non ha rinnovato il contratto agli esperti che lo seguivano lasciando nel caos e nella profonda disperazione decine di famiglie del Nuorese.
I genitori di Andrea, però, sono due giovani tenaci.
La notizia del taglio del progetto, da parte dell'Asl, a fine febbraio, non li ha fermati.
Tutt'altro: adesso li fa gridare all'ingiustizia, li fa scrivere all'assessore regionale alla Sanità, Antonello Liori, li fa bussare alle porte dell'Azienda sanitaria nuorese per chiedere spiegazioni e difendere i diritti di decine di famiglie nelle loro identiche condizioni.
Succede, infatti, che alla fine di febbraio, dopo cinque mesi di cure fornite dall'Asl, la stessa Asl dice loro che il "progetto autismo", per il momento, è sospeso perché non sono stati più rinnovati i contratti a progetto al logopedista e al psicologo specializzato in autismo.
Forse, vengono sapere i due genitori, tra qualche mese le stesse figure professionali verranno assunte in pianta stabile dopo una selezione, ma per ora, stop. Il progetto si ferma.
L'unico specialista che rimane a disposizione è un neuropsichiatra.
Ma come?, si chiedono i due genitori preoccupati, e nostro figlio che fa nel frattempo?
Si cura forse da solo e a singhiozzo?
«Ci è caduto il mondo addosso - racconta la mamma di Andrea - e abbiamo capito che il nostro problema non interessa a nessuno, se non ai genitori che ai propri figli vogliono un bene dell'anima e farebbero di tutto». Quel "di tutto", in realtà, i due genitori nuoresi lo stanno già facendo. Perché è da quando il progetto autismo è stato sospeso, infatti, che ogni mese tirano fuori seicento, sudatissimi, euro per pagare le cure di specialisti.
«Ce la facciamo a fatica ma ce la facciamo - spiega la mamma di Andrea - però non è giusto: non è giusto che i genitori dei bambini affetti da autismo paghino di tasca delle cure dovute.
E certo non possiamo aspettare che l'Asl faccia ripartire il progetto tra alcuni mesi.
Gli autistici, come tutte le persone affette da una malattia cronica, hanno bisogno di cure costanti, e non di cure a singhiozzo.
Attualmente, tra l'altro, nostro figlio ha bisogno di più terapie.
Ora ci chiediamo:
come è possibile che una patologia come l'autismo sia riconosciuta come progetto e l'assistenza non sia garantita come per tutte le altre malattie?».
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